Utilizzare, quando vietato, le credenziali altrui per ottenere informazioni su specifici soggetti e imprese per esigenze non attinenti al servizio, può giustificare il
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Licenziamento disciplinare – Cassazione n. 10839/2016
Nel licenziamento disciplinare, l'immediatezza della contestazione può essere oggetto i giudizio in relazione al caso specifico.
Il datore di lavoro deve provare il momento di conclusione delle indagini e tutta la procedura seguita per giungere al provvedimento espulsivo anche al fine di garantire il diritto di difesa del lavoratore.
La contestazione deve ritenersi "non tempestiva" (viziando pertanto il licenziamento) quando il datore di lavoro non da prova del momento in cui aveva avuto la piena conoscenza dei fatti da addebitare al lavoratore e così non consente il.
Licenziamento per Giustificato Motivo Oggettivo – Obbligo di Repechage – Mansioni inferiori solo se “omogenee” – Cass. nn. 4509 e 9467/2016
In caso di Licenziamento per GMO, il datore di lavoro ha l'obbligo di provare il venir meno dell’utilizzabilità del lavoratore nelle mansioni svolte al momento del licenziamento e l’impossibilità di un suo diverso utilizzo nell’ambito aziendale.
L'obbligo del datore di lavoro di prospettare al lavoratore un diverso utilizzo con mansioni inferiori, sorge solo qualora le mansioni inferiori abbiano caratteristiche omogenee con quelle precedentemente svolte. Qualora non si riscontri tale "omogeneità", il datore di lavoro non ha l'obbligo di offrire al lavoratore le mansioni inferiori e non può essere ravvisata alcuna violazione del dovere di ricollocazione in alternativa al licenziamento.
Licenziamento – Illegittimo se comminato per attività propria del Lavoratore Cass. n. 8236/2016
Con sentenza n. 8236 dello scorso 26 aprile, la Cassazione ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento intimato al lavoratore per aver, durante l’orario di lavoro, eseguito attività per conto proprio, fuori della postazione di lavoro senza alcun permesso e utilizzando attrezzature sulle quali non era stato addestrato.
.Licenziamento per giustificato motivo oggettivo (nel caso per matrimonio) e repechage – Cass. Sez. Lavoro n. 9467/2016
In caso di licenziamento per giustificato motivo (nel caso avvenuto entro un anno dalle pubblicazioni di matrimonio), l’obbligo di repechage viene meno nel caso in cui le mansioni siano di carattere inferiore e non omogenee rispetto alle competenze professionali.
Cassazione Sez. Lav. sentenza-n.-9467-del-2016 http://www.carlorigottisrl.it/codice-del-lavoro/licenziamento-individuale-normativa/.Licenziamento – Termine iniziale per l’irrogazione della sanzione espulsiva Cass. 8180 del 22 aprile 2016
"Anche se il lavoratore ha presentato le giustificazioni prima del decorso integrale dei cinque giorni previsto dall’art. 7, comma 5, della legge 300/1970, il termine finale per l’irrogazione della misura sanzionatoria espulsiva del licenziamento previsto dal contratto collettivo decorre, comunque, dalla scadenza del termine di legge per le controdeduzioni."
"Anche nel caso in cui il dipendente presenti le proprie memorie difensive, prima del completo decorso dei 5 giorni previsti dall'art. 7 della L. n° 300/70, le tempistiche a disposizione del datore di lavoro, per l'adozione dell'idoneo provvedimento disciplinare, non subiscono alcuna modifica se la contrattazione collettiva di riferimento fissa tali termini in.
Concetto di aliunde perceptum nel risarcimento per licenziamento – Cass. n. 7685 del 18 aprile 2016
Nella misura del risarcimento dovuto in caso di reintegra per licenziamento illegittimo non può essere detratto (quale “aliunde perceptum“), ciò che il lavoratore aveva continuato a percepire in forza di un’altra attività prestata prima del licenziamento e continuata dopo il recesso.
.Licenziamento illegittimo per furto di scarsissimo valore – Cass. n. 6764 del 12 aprile 2016
La Corte di Cassazione ha ritenuto eccessivo, annullandolo, un provvedimento di licenziamento di una impresa che aveva inteso punire un proprio capo reparto che non aveva pagato merce (mesa in tasca forse per riflesso automatico) del valore pari a € 2,90.
Il "modico valore" può quindi determinare la punibilità.
.Licenziamento – Periodo di comporto – Cassazione n. 7433/2016
"Se un lavoratore malato supera il periodo di comporto perché, pur chiedendo le ferie, queste non sono state concesse dal datore di lavoro (senza alcuna motivazione connessa ad esigenze organizzative), il successivo licenziamento va considerato come invalido."
Secondo la Giurisprudenza, è possibile e legittimo sostituire la malattia con la fruizione delle ferie maturate ma non ancora godute, con il fine esplicito di sospendere la decorrenza del periodo di comporto.
Licenziamento – Corretto in caso di svolgimento di altra attività durante periodo di malattia
È valido il licenziamento del dipendente che durante il periodo di malattia svolge altre attività, incompatibili con il pur regolare certificato di malattia.
Il principio è valido anche in caso di assenza per fruizione di congedi parentali.
Il comportamento del lavoratore pone in essere una violazione dei doveri di correttezza e buona fede che giustifica il recesso del datore di lavoro.
Questi i principi giuridici posti alla base di un licenziamento convalidato in via definitiva dalla Corte di cassazione (sentenza 6054/16).
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